– Calendario dell’Avvento 2016 –
Sulla lettura
di Marco Pellegrini
Ogni volta che finisco di leggere un libro la cosa che più amo fare è scegliere il libro che leggerò dopo. E’ diventato ormai una sorta di rito: guardo la mia libreria e penso a quello di cui sento più il bisogno in quel momento. Perché leggere è come una terapia benefica: ti riconcilia col mondo, ti mostra la sua parte migliore. O quanto meno ti aiuta a conoscerlo e a comprenderlo.
Ci sono dei momenti, nel corso della vita, in cui durante una giornata normale sento la mancanza di certe atmosfere, di certe strade di città, di certe emozioni e sensazioni profonde ma indefinite, che so di conoscere e di aver già visto, senza però riuscire a ricollocare: in quei momenti mi rendo conto che a mancarmi sono le strade di Delitto e Castigo, le atmosfere della Russia dell’Ottocento, i sentimenti di Madame Bovary, la desolazione di Anime morte, le inquietudini dei Fratelli Karamazov, i tormenti di Machbeth, i rittani del Partigiano Johnny, le acque del Lago di Como, le riflessioni del Gattopardo, le passioni di Gatsby o gli sterminati spazi di Kerouac.
Grazie alla lettura ho l’impressione di vivere 100 vite in una, di viaggiare in lungo e in largo senza bisogno di prendere un aereo o di salire sulla macchina del tempo: perché ogni libro che si legge entra a far parte della nostra vita, come un fedele compagno di viaggio che non ti abbandona mai, che non ti lascia più solo.
Per questo amo così tanto guardare la mia libreria e scegliere il prossimo libro da leggere: è come osservare il mondo da fuori e col dito indicare un punto nuovo dove si desidera andare, un nuovo viaggio verso l’ignoto, alla scoperta di un mondo nuovo, di nuove atmosfere, di nuove persone, di esperienze ed emozioni non ancora vissute.
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Marco Pellegrini
6 Comments
Come non condividere questo pensiero di prima mattina?
Ciao Marco. Immergersi in un libro è come entrare in una realtà diversa. Ogni volta che leggiamo, facciamo un viaggio in cui non conosciamo la destinazione.
Ed è bellissimo sapere di poter ritrovare quell’atmosfera che ci manca perché il luogo in cui abbiamo bisogno di tornare è a portata di mano. Ci sono libri che davvero sono una specie di terapeuti a chiamata. Bellissimo pensiero. 🙂
Ciao Silvia. 🙂
“…guardo la mia libreria e penso a quello di cui sento più il bisogno in quel momento.”
Idem. Vorrei dire che cerco atmosfere più leggere di quelle citate, ma se guardo l’ultimo anno tra ex-nazisti nascosti che riprendono a uccidere e la sanguinaria battaglia dove sono stati sterminati i clan scozzesi, direi che non ci sono poi andata leggera!
Certe pagine sono come le noccioline, impossibile smettere. 🙂
La libreria diventa un mappamondo per viaggiare, condivido questa bella visione!
Oh Marco, come non essere d’accordo con te! Si vivono mille vite e mille epoche ed ogni volta è come se fosse la prima volta, grande magia la lettura.