- Chi legge un blog non necessariamente cerca risposte a domande;
- Uno dei segreti di un blog che funziona sta nella personalizzazione e nell’unicità del modo di proporre gli argomenti
1. Raccontando
Prevalentemente seguo blog che hanno come oggetto gli stessi argomenti di cui scrivo io. Nella maggior parte dei casi di tratta di aspiranti scrittori. Chi più di un aspirante scrittore potrebbe assolvere alla funzione di raccontare? Nessuno, direi. Presentando racconti veri e propri o semplicemente raccontando le proprie vicende personali, i blog impostati con questa formula intrattengono, permettono di condividere situazione, difficoltà, stati d’animo. Creano relazioni. Un po’ come quando si va al bar non tanto per bere il caffè, quanto per scambiare due chiacchiere con il barista. Ma questo non avviene solo nei blog di scrittura creativa, bensì anche per quelli di argomenti più tecnici. Soprattutto l’incipit con vicende personali del blogger sta diventando un must.
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2. Informando
Come nella società reale, anche in quella virtuale c’è chi è più informato di altri. Magari grazie al proprio lavoro oppure per le proprie conoscenze personali che siano relative alla capacità di muoversi con destrezza sul web o per via di una buona conoscenza delle lingue straniere. Adoro quei blog che scovano on-line quelle che vengono definite delle utilità e che rappresentano delle piccole grande chicche.
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3. Insegnando
Ci sono poi blog che dedicano rubriche all’insegnamento di tecniche specifiche o argomenti precisi. Quasi dei corsi on-line gratuiti. Io li trovo molto efficaci perché spesso arrivano al punto senza tergiversare in argomenti meno utili. In più lo scambio di opinioni attraverso i commenti rende più vivo il metodo d’insegnamento e offre un valore aggiunto.
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4. Risolvendo problemi
Di solito si tratta di blog più tecnici. Attraverso forum o chat, permettono all’utente di ottenere in tempo reale risposte su domande specifiche di discutere su argomenti di interesse comune.
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5. Facendo rete
Alcuni blogger con tag, meme, guest post o collegamenti tra i blog sotto altre forme favoriscono la comunicazione tra blogger e tra followers di blog diversi. La trovo una ottima possibilità di accrescimento personale.
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6. Sollevando discussioni
Accade di frequente che discussioni nate da un post proseguano anche a lungo, a volte trasferendosi anche su altri blog. Questo permette di sviscerare le questioni da vari punti di vista e offre spunti per nuove riflessioni.
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Per quanto riguarda il mio blog, ritengo che la sua funzione principale sia quella di sollevare discussioni, o almeno quella che sembra interessare di più i miei lettori. Anche se, come è ovvio, l’obiettivo è quello di assolvere un po’ a tutte le funzioni di cui abbiamo parlato.
E voi cosa ne pensate? Ritenete che ci siano altri modi di fare blogging? E i vostri blog, che funzione hanno?
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Postilla: Giovedì 28 la consueta rubrica dei dubbi del giovedì sarà sospesa per ospitare il #blogtour di Michele Scarparo. Sono già in fibrillazione per questa entusiasmante novità. Vi aspetto numerosi per partecipare al thriller paratattico.
42 Comments
Io credo di averli passati un po’ tutti… e adesso non so più neppure io cosa sia diventato il mio blog. 🙂
Ciao Michele e benvenuto nel mio blog. Per me, che pure lo seguo da non moltissimo tempo, il tuo blog è un posto molto accogliente, la casa di tutti. E sì, credo che ci siano un po’ tutti gli elementi che ho elencato. Per questo ci si sta bene. 🙂
Io invece sono molto più “novella” di te in materia di blog. L’ho creato per postare i miei racconti, altrimenti chiusi nel cassetto, un modo insomma per condividerli.
Spesso e volentieri nella ricerca di informazioni su un argomento sono stata indirizzata su un blog piuttosto che un altro, ma visto che di opinioni si tratta, spesso e volentieri mi sono soffermata su quelli che hanno scatenato in me una riflessione.
Solo se un blog lascia trasparire il proprio blogger secondo me funziona, solo se riesce a coinvolgere i lettori, e qui il ventaglio si apre a tutto tondo: capacità di stimolare con le argomentazioni, libertà di risposta, volontà di dibattito…
Di certo in rete esiste di tutto, la varietà non si conta nemmeno più. Seguo solo due blog al momento, il tuo e penna blu, e faccio ad entrambi i complimenti. L’intento di informare ed aiutare a risolvere i problemi è costante, aprire le discussioni tecniche porta sempre un utile confronto e mette in discussione. Quindi buon lavoro ed ottime ispirazioni.
Io credo che, per ora, il tuo blog abbia essenzialmente la funzione di raccontare. Che per altro ho messo al primo posto perché, secondo me, è fondamentale in un blog di scrittura. Poi vedrai nel tuo viaggio se questa esperienza ti porterà ad altro o se per te avrà quella funzione precisa. In ogni caso arricchirà te e chi ti legge.
Grazie per i complimenti. 😉
Penso che i post con le domande attirino più discussione proprio perchè pongono delle domande e quindi richiedono in qualche modo ai lettore delle risposte stimolando l’interazione.
Trovo molto interessanti i post sui dubbi proprio perchè esprimendo un tuo dubbio porti chi legge a confrontarsi con i propri dubbi e a dare una risposta.
Il punto 3. è rischioso. Quando mi imbatto in questo tipo di blog la prima cosa che faccio è andare a vedere la biografia del blogger: se hai lavorato dieci anni come editor in una casa editrice o hai pubblicato qualche romanzo per un grosso editore bene, ma se hai autopubblicato solo un romanzo in self, beh, forse hai ancora qualcosina da imparare. Insomma, se non hai le competenze puoi sempre provare a dare consigli (insegnare proprio lo eviterei) ma con una buona dose di umiltà 😉 (naturalmente non è questo il caso dei blog che seguo, se fosse così non li seguirei 😉 )
Insegnare è sempre rischioso, soprattutto se parliamo di scrittura. Io, in realtà, avevo in mente anche blog di argomenti più tecnici, magari informatici, dove mi è capitato di seguire lezioni molto interessanti. Per quanto riguarda la scrittura possono nascere dei piccoli corsi, sotto forma di rubrica, sebbene magari non proposti come tali dall’autore stesso. Penso per esempio a Scrivere un libro in 100 giorni di Morgan Palmas, da cui poi è nato un vero e proprio manuale, o altre rubriche di Daniele su Penna blu. In un certo senso anche le lezioni di grammatica di Salvatore… 🙂
Io potrei mettermi a dare lezioni di calcolo strutturale di componenti aeronautici e analisi agli elementi finiti 😀 pensa che seguito 😛
Ci sono approci differenti. Mi sono imbattuto tempo fa in blog il cui tenore era: ti insegno tutto quello che c’è da sapere di scrittura (o anche altro) perchè io lo so, infatti ho pubblicato un libro. Oppure c’è l’approcio: avevo questo problema, ho cercato, ho studiato e ho provato a fare così, voi cosa ne pensate?
Dal primo fuggo 😛 il secondo invece stimola la discussione ed è interessante.
Poi se sei Mozzi puoi anche permetterti di dare delle lezioni che siano anche originali 😉
Io per fortuna, nonostante la tentazione e parecchi post d’apertura già scritti, ho scelto di non aprire un blog. Il buon senso ha prevalso sull’impulso.
Perché un blog pur essendo un appuntamento piacevole di interazione alla lunga diventa un vero e proprio impegno, con gli altri e con se stessi. Per lavoro ne ho gestiti più di 50 di blog e probabilmente ne sono saturo anche per questo. Gestire un blog per lavoro significa avere un dovere inderogabile. Ecco, pensare che anche il blog personale possa diventare un dovere inderogabile a me mette i brividi.
Pensare ai contenuti, sfornarne di nuovi, essere originali e sempre sul pezzo, alla lunga logora come un lavoro. Infatti in giro nei blog che seguo, prima o poi c’è chi molla o riduce il piano editoriale.
Tra l’altro, breve nota, tecnicamente molti blogger non sono in regola con la legge italiana (legge da mandare a farsi friggere). Perché chi produce piani editoriali e pubblica con cadenza regolare in giorni prestabiliti, anche se non a scopo di lucro, tecnicamente dovrebbe diventare testata giornalistica. Una roba assurda italiana. Giusto per dire.
Apprezzo molto invece la possibilità di seguire i blog altrui. Anche se commento poco, ne leggo parecchi, è un mio appuntamento quotidiano davvero stimolante.
Quindi tutte le tipologie di blog da te elencate vanno bene. Hai scartato o non hai inserito chi tiene un blog solo a scopo promozionale per i suoi libri. Hai fatto bene, quelli vanno scartati subito.
Sì, in effetti avere una programmazione diventa quasi un lavoro. Passo molto tempo a documentarmi prima di scrivere, un po’ perché ho sempre paura di dire cavolate, un po’ per essere certa di non parlare di argomenti troppo abusati.
Però per me lo ritengo anche molto formativo ed è quello che mi dà più soddisfazione.
Ho scartato chi fa solo promozione perché si tratta di blog che non seguo. Ritengo che chi voglia, anche legittimamente, farsi promozione debba comunque dare qualche valore aggiunto al lettore, altrimenti perde il significato di blog.
Così avresti scritto “post d’apertura” un po’ per tutti tranne, se non ricordo male, per me… Me la segno e quando diventerai famoso, ti screditerò pubblicamente! XD
P.S. è una figata avere un blog: si cresce assieme a esso.
ahah eh no… i post d’apertura li ho scritti per il mio blog che non è mai nato.
Ad esempio il post di apertura che ho scritto si intitola “self publishing contro editoria tradizionale: chi vince”.
Beh io da teorico del self publishing e conoscendo bene il mercato americano posso dirti che questo è uno dei migliori articoli sul self publishing esistenti in Italia. A pubblicarlo farebbe parecchio rumore. Demolirebbe parecchi miti editoriali e aprirebbe nuove strade. Ma come accade per i romanzi nel cassetto i ho i post nel cassetto. Uguale no?
Riguardo ai guest ne avanzi uno tu, uno Daniele, e per salvarmi dalla lista, forse mi accordo per un meta-guest post… 😀
Certo avere un blog è una figata, ma per me e Grilloz da simbionti è ancora meglio… 😛
Però a noi piacerebbe leggerlo ‘sto post, eh! 😉
Noi, Marco, apparteniamo alla nuova categoria di blogger da commento 😛 siamo un po’ parassiti (o simbionti, che suona meglio) dei blog altrui 😉
Averne di parassiti come voi!! 😀
Ah Grilloz io vado meno per il sottile nel definirmi scroccone. 😀
Gli altri si impegnano a creare contenuti interessanti e noi ci godiamo i frutti e gli stimoli. 😛
Panoramica interessante!
Indubbiamente le domande rappresentano lo stimolo maggiore, soprattutto per chi è interessato al confronto più di ogni altra cosa. Ultimamente mi accorgo di essere un po’ allergica al secondo tipo, a meno che l’articolo non sia completo e scritto da chi ha davvero competenza ed esperienza.
Come blogger invece sono in crisi d’identità… sento di dovermi rinnovare ma ancora non ho capito in che direzione!
Penso che un po’ a tutti capiti la crisi d’identità dopo un certo periodo di tempo in cui si pubblica con regolarità. Pensa che il tuo, assieme a Penna blu, è uno dei primissimi blog che ho cominciato a seguire ed apprezzare e a cui mi sono ispirata maggiormente per il mio. 🙂
con la rubrica del gioevedì si crea un bel dialogo tra tutti e questo lo apprezzo molto. Nel giro di poco tempo hai saputo farti apprezzare perchè argomenti bene e nei blog c’è davvero bisogno di una ventata di aria fresca e nuova, altrimenti diventa un circolo chiuso un po’ asettico.
Essendo il mio blog piuttosto recente, sovente mi faccio lo scrupolo che i miei dubbi non siano delle banalità o che non siano temi già trattati ampiamente. Però poi vedo che la discussione, anche grazie a commentatori stimolanti come te, si sviluppa e porta ragionamenti interessanti. Quindi forse il merito è più vostro che mio… 🙂
Con la mia “postilla” finale ho contagiato tutti! 😀
Il mio blog è… un casino. Quando è nato, la necessità era quella di creare uno spazio in cui parlare di me, di me e della scrittura, di me e dei libri che leggo, di me e dei libri che scrivo, di me e di tutte le cose che mi passano per la mente. Trovarci una logica è abbastanza complicato. Oserei dire impossibile. È un calderone di casini. Yeeeh. Benvenuti. XD
Secondo me è una bella definizione “calderone di casini”! XD XD
Io trovo che la personalizzazione sia una delle caratteristiche più pregevoli di un blog. Anche perché segue lo spirito di chi ci scrive. E chi legge questo lo coglie, sentendosi a casa propria. 🙂
Questo è il mio secondo anno di attività “seria”, perché ho aperto il mio blog sei anni fa, ma è rimasto inattivo fino al 2014. Poi mi è sorta questa esigenza forte di riaprire i battenti con una veste nuova ed è stato un piacevole crescendo.
Parlo di scrittura, racconto, mi racconto, ma non salgo su scranni per pontificare, non ho competenze, non ho esperienze solide, credo che il tuo primo punto sia quello che mi identifica di più: creo relazioni, mi piace discutere, condividere, capire da altri, riflettere a voce alta e stare in piacevole compagnia, proprio come in un bar fra amici.
Usufruisco degli stessi tipi di blog: annuso e se sento profumo di cordialità, mi accomodo e mi faccio conoscere. Da te mi sento a mio agio, questa è la componente più importante che valuto quando scelgo di rimanere o girare i tacchi.
Chiacchiere in un bar, anche se poi non si trasformano in chiacchiere da bar. 🙂 Il profumo di cordialità, come lo chiami tu, è uno degli elementi che dà maggior appeal a un blog. E nel tuo senza dubbio si sente! 😉
Ho lasciato un commento stringato ora torno per dire che la funzione del mio blog è chiacchierara di libri, anche se spesso sono una scusa per parlare di vita!
Sì, belle chiacchierate di libri che poi diventano chiacchierate sulla vita. 🙂
Inizialmente, il mio blog voleva essere a carattere più tecnico. Con il tempo però, sebbene parli sempre di scrittura, si è un po’ staccato da questa dimensione per sposare un atteggiamento un po’ più narrativo, anche se questo termine forse è improprio. Non pubblico racconti perché non ne scrivo, e non parlo nemmeno della mia vita in senso stretto. Se faccio riferimento al mio vissuto è in riferimento alla scrittura, o al massimo all’astrologia, di cui parlo nel blog. Quindi non so nemmeno dire con certezza a quale categoria il mio blog appartenga. 🙂
Secondo me il taglio astrologico che dai a parecchi tuoi post è molto interessante e particolare. Sia perché forma/informa di molti contenuti che la maggior parte delle persone non conosce sia perché suscita discussioni interessanti. Se non sono troppo indiscreta, come mai non scrivi racconti? Te lo chiedo perché fino a pochissimo tempo fa non ne scrivevo nemmeno io, né li leggevo. Adesso mi sto appassionando a questo tipo di scrittura/lettura.
Dunque, conti alla mano, io ho 4 blog. Credo di poter spuntare la casella “Raccontando”, la casella “Facendo rete” e la casella “Sollevando discussioni” :-). Richiedono tempo ma io ci sto dentro alla grande semplicemente tenendo la bellezza di ZERO calendari editoriali :-P. In altre parole: scrivo quando ho voglia. Per il resto vago di blog in blog a leggiucchiare post e commenti altrui.
Secondo me è bellissimo non avere calendari editoriali e scrivere solo quando si ha voglia. Forse, a meno che sia un’attività economica, bisognerebbe fare proprio così, per il piacere di farlo. Io però ho bisogno di tenere tutto sotto controllo e, nei due precedenti blog che avevo aperto, senza calendario editoriale finivo per stare settimane senza scrivere. Invece quando mi prendo un impegno, cascasse il mondo lo porto a termine. Così con una strategia precisa non mi perdo e pubblico regolarmente. 🙂
Nel mio caso, dei 4 blog, 2 sono dedicati alla scrittura e 2 sono dedicati alla lettura. Quindi pur non avendo nessun calendario editoriale, è molto difficile che passi lungo tempo senza che abbia qualcosa da scrivere su almeno uno dei miei blog. Comunque convengo che in tanti casi è invece utile avere un calendario editoriale per poter gestire al meglio argomenti e tempi di preparazione dei post.
Credo che sia un approccio molto personale. Io, purtroppo, per mia caratteristica personale ho bisogno di regole. 😉
Parto dall’idea che chi scrive ha e avrà sempre da imparare qualcosa. Io ho aperto il mio perché volevo condividere le mie ideuzze sulla narrativa, e magari anche spiegare come certi autori affrontavano la pagina. Ho detto addio a certi post (alcuni sono ancora lì, scritti e finiti) sul marketing perché magari (anzi, niente magari!) portano traffico, ma non lettori. Ed è di quelli che uno scrittore ha bisogno. Certo, potresti chiedermi, ma quanti saranno i lettori che arriveranno al tuo blog, e quanti di essi saranno interessati anche alle tue storie? Be’, non tanti almeno agli inizi: ma quelli giusti. Di quelli hai bisogno. 😉
Condivido la tua strategia comunicativa, se così si può chiamare. Meglio pochi lettori, ma buoni. 🙂
Raccontando, celo.
Informando, celo, poco ma celo.
Insegnando, manca (spero), che nessun lettore vuole la “maestrina”.
Risolvendo problemi, manca…non risolvo i miei, figurarsi i vostri! 😉
Facendo rete, celo (spero). Di sicuro sono una groupie di Sandra Faè 😛 Sharing is caring dice qualcuno, e non sto lì a far la conta se quello che condivido degli altri è al pari di quello che loro condividono da me. Come per il karma, tutto torna indietro prima o poi.
Sollevando discussioni, celo? Alla fine di ogni post metto sempre quella rompiscatole della Call-To-Action (sennò la mattina dopo mi scrive il primo ufficiale del Marketing e mi bacchetta). Mentre sui racconti non ha senso (il commento dovrebbe essere spontaneo alla lettura). Ma ho scoperto che molti lettori non avvezzi all’uso dei blog han paura di commentare!
Che io non volevo aprire un blog, e un po’ invidio quei due prezzemolini di Marco e Grilloz! Però quando i racconti stavano solo come Note su Facebook agli amici, tutti a dire: non li vedo, non li trovo, dall’app non ci sono le note, non sono iscritto, non lo apro mai, non mi fido. Bon. Gli ho aperto un blog: facile da trovare, responsive cioè si legge ovunque, non occorre registrazione, caratteri grandi, ricerca e archivi funzionali. Mi leggono? I ciufoli. Manco mia sorella. Forse dovevo aprire il blog su whatsapp. Mi leggono quelli che comunque mi leggevano prima e mi leggono persone nuove, quasi quasi con più soddisfazione. E fin che la barca va…
Guarda, io mentre scrivevo “informando” (e anche un po’ “insegnando”) avevo proprio in mente il tuo blog! Quindi ce li hai tutti e due. Groupie di Sandra Faè mi piace tantissimo! Che dici, fondiamo assieme un fan-club?
Anch’io ho notato che molte persone non osano commentare sul blog mentre magari scrivono romanzi sui post di FB. Però è vero che il blog è un’altra soddisfazione, come respirare aria fresca rispetto ai social, che, a mio modesto giudizio, stanno diventando un calderone dove ciò che è di valore si perde in mezzo alla spazzatura. 🙂
“Informando” perchè “informatica”, l’associazione fonetica è istantanea.
Però, potrei aprire una rubrica fissa di “Navigare Informati” e poi mi appiccico a scrocco all’hashtag del bollettino nautico!! 😉
Navigare informati sarebbe fantastico!! Fossi in te lo farei! 😉
Salve,
Ho aperto da poco un blog, dove ho desiderio di farmi conoscere tramite la mia scrittura, il mio modo di scrivere. Per questo ho pubblicato una mia storia, che sarebbe davvero un sogno se diventasse un libro, sperando che ho del mio talento. Possa piacere, non dico a tutti, ma a qualcuno. Quella di scrivere è stata una passione nata all’improvviso. Timida, che si tende, tutt’ora a chiudersi, mi sono buttata sulla scrittura. Mi sentivo molto a mio agio scrivere che parlare apertamente. Mi piace molto leggere libri, ogni qualvolta ne inizi uno, è quasi impossibile per me, smettere perché voglio arrivare fino alla fine. Mi è stato detto, anche se dovevo imparare, ma la vita è un insieme di cose da imparare con il tempo, nessuno credo che nasca già imparato, che avevo questa passione di scrivere. Una bella fantasia. Non potendo fare altro, perché inizio davvero da zero e non potendomi permettere ora, purtroppo avendo avuto non un bel periodo economico e un po’ spaventata da non poter piacere a nessuno, mi è sembrato giusto aprire un blog per pubblicare quella che la mia fantasia mi ha dettato in qualche modo per farmi conoscere.
Spero tanto che non sia stato inutile.
Sono alle prime armi e vorrei qualche suggerimento, un opinione se a qualcuno possa interessare.
Mi piacerebbe molto entrare nel mondo dei libri, scrivere e farmi conoscere e magari chissà, far innamorare qualcuno del mio modo di scrivere. Sapere se ho un piccola speranza di poter piacere qualcuno il mio modo di raccontare, oppure no.
Se vi va, a chiunque leggerà questo commento, se ovviamente sarà idoneo alla pubblicazione, sarò più che felice ed è il benvenuto se mai vorrete dare un occhiata al mio blog.
E perché no, accetto anche i vostri commenti, consigli o altro.
Vi auguro una buona giornata.
Ciao Jessica e benvenuta sul mio blog. Per me aprire un blog è stato una opportunità di crescita personale e il confronto con gli altri blogger mi ha dato e mi sta dando tantissimo. Per cui ritengo che tu abbia fatto benissimo a buttarti in questa avventura. Per quanto la mia non sia un’opinione da esperta, ti consiglio di continuare a seguire blog di scrittura e di confrontarti con i rispettivi blogger commentando i loro post. E’ il primo modo per avere un confronto diretto e per imparare molte cose. Darò volentieri un’occhiata al tuo blog. 🙂
Grazie mille,
Mi fa piacere di averci dato un occhiata, spero che in qualche modo ti sia piaciuto o trovato interessante.
Jessica.
[…] nasce da una mia battuta che qualcuno ha preso sul serio. Stavo commentando Silvia Algerino su LettoreCreativo, quando lei sottolinea il taglio informativo di webnauta. E mi scappa la freddura: […]
Cioè, tipo il Ophiocordyceps unilateralis 😛