– calendario dell’avvento 2016-
libera
di Paolo Cestarollo
(tratto dalla raccolta di racconti Buck e il Terremoto)
Per quanto avessi sbraitato e corso per la stanza, per quanto li avessi strattonati e portati proprio lì dov’era, e indicata col muso, non mi hanno accontentato. Non mi pare di essere mai stato pretenzioso. Mi sono adattato alle regole di casa, non sempre volentieri, è vero, ma alla fine l’amore e il rispetto nei loro confronti ha sempre avuto la meglio sulla mia indole selvaggia. Chiedevo che portassero con loro quell’unica cosa, che la salvassero. E adesso è là sotto, sepolta. Eppure sapevano cosa stava per accadere.
«Non ti sembra sia nervoso? Intendo molto nervoso. Non sarà che…?»
Hanno capito – grazie a me – cosa stava per succedere e hanno fatto gli zaini in fretta: sono giovani, svegli. Hanno portato i beni di prima necessità: pochi vestiti comodi, una cassetta del pronto soccorso, qualche cibaria confezionata. Poi hanno preso i cellulari e i caricabatterie, e avvisato tutti i conoscenti, perdendo un sacco di tempo con i più cocciuti. Sono scesi lungo la tromba delle scale, hanno bussato a tutte le porte, ricominciando la serie di inviti ai condomini del palazzo, spiegando cosa sarebbe stato prudente fare e di tenersi pronti.
Hanno pensato anche a me, naturalmente, e preso tutto l’occorrente: ciotola, guinzaglio, sacchetto dei croccantini. Ma non l’unica cosa che gli ho chiesto, per la quale avevo tanto insistito.
Abbiamo dormito poco quella sera. Io pensavo a lei, chiusa nel cassetto dov’è rimasta. Credo sia là, ammesso che ci sia ancora il comò.
Quando sono cominciate le scosse non si sono persi in chiacchiere. Erano già vestiti, hanno infilato le scarpe e sono scesi. Poi si sarebbero pentiti di non aver dormito subito in auto, come facciamo adesso, ma immagino si vergognassero, o si fossero sentiti ridere in faccia tanto spesso da non voler sembrare ancora più sciocchi. Ho riprovato un’ultima volta, li ho supplicati, abbaiando verso il comò, anche mentre Licia mi teneva in braccio portandomi giù. Per un attimo ha perso l’equilibrio, stavo per divincolarmi e tornare sopra, da lei, ma Licia mi teneva stretto per il collare, quasi mi strozzava! Inutile dire che è riuscita a trattenermi.
Forse dovrei esserle grato, anzi, lo sono senz’altro. So che probabilmente sarei rimasto sepolto se in quel momento il collare si fosse slacciato o lei avesse mollato la presa. Ma non riesco a non pensare a lei.
Fa caldo qui dentro. Licia dorme sdraiata sui sedili posteriori, Claudio sul sedile ribaltato e io dal lato passeggero, sul fondo. È stata una giornata spossante, per loro. Non potevano fare molto per l’appartamento, così hanno dato una mano a chiunque ne avesse bisogno, a trasportare feriti o valigie, a far da mangiare. Hanno consolato tante persone. Io sono rimasto legato quasi tutto il tempo. Ho preso un sacco di coccole e mi sono lasciato abbracciare, tanto.
Claudio si rigira, fatica a prendere sonno nonostante la stanchezza. E finalmente abbassa la guardia. Gira le chiavi nel quadro e preme il pulsante per abbassare il finestrino e far entrare aria fresca. Balzo sopra il sedile e salto fuori dal finestrino.
«Pippo, no! Torna qui!»
Mi dirigo verso l’appartamento. Orientarsi non è semplice, ma gli odori dei miei compari mi guidano in mezzo alle macerie: qui a destra abitava Steve, poco più avanti sento Briciola e questa dovrebbe essere la via che percorreva Odie. Ecco, ci sono.
Devo fare in fretta, Claudio e Licia non ci metteranno molto a venirmi a prendere. Annuso tra tegole e calcinacci, tubi che fuoriescono scomposti, fili scoperti, poltrone dai cuscini strappati, tapparelle, una scarpa, asciugamani, frutta. Ringhio a un gatto di passaggio, ma non ho tempo per lui, e prosegue beato per la sua strada. A un certo punto lo sento. Il mio odore. Mi concentro qui attorno, ormai non può essere lontana. Sento…
Odore di caucciù. Di erba e croccantini, di terra, dei calzini di Claudio. È lei. È senz’altro lei!
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Paolo Cestarollo
26 Comments
Buon inizio dicembre. Bello, Silvia. Giorni fa sono andata a rivedere il calendario dell’Avvento e mi è piaciuto. Hai sempre una sensibilità verso gli altri. Hai messo anche l’effetto neve. Per un momento credevo di vederci poco. Molto natalizio.
Mamma mia. Mi vengono i brividi ogni volta leggere sul terremoto. Non avevo mai letto Paolo. Complimenti, mi hai fatto entrare dentro la storia, emozionato.
Mi congratulo con voi per aver aderito a “Buck il terremoto”.
Da umbra, ringrazio .
Non dico altro sennò mi viene un groppo in gola.
Bravi!
Grazie Tiziana, è stato un piacere scriverlo e un onore essere partecipe di questa bella iniziativa ^_^
Buon dicembre anche a te, Tiziana!
Sì, ho scelto il racconto di Paolo (ma anticipo che ne arriveranno ancora altri) perché ho amato la semplicità e lo spirito del suo racconto: è davvero molto bello.
Vero che siamo a casa della nostra Silvia e tu parlavi con lei, ma… Posso ringraziarti anch’io?
Grazie ^^
Ciao Serena. Non so se ringraziavi me perché nel primo commento ci sono io. Se è così, non so di cosa. Seppure ho un senso di colpa di non aver fatto nulla per la mia regione o altre zone che ho conosciuto poiché ho vissuto sia in Umbria che nel Lazio. Vedo persone che si prodigano, sia per lavoro che come volontari e io che non saprei come aiutarli.
Per ringraziarli vorrei regalargli per Natale, a due persone in particolare due storie sul terremoto che ho scritto. La mia coscenza ringrazierà e so che apprezzeranno. Per ora non posso farlo tramite la mia amica che lavora in uno studio grafico e ne potrebbe realizzare la grafica perchè è un periodo pieno date le imminenti feste natalizie. Vediamo. Non si sa mai che si liberi. Alle perse lo stampo in una tipografia e più là glielo regalerò fatto con cura.
Ringrazio a te e gli altri. Oggi in particolare a Paolo.
Questo è uno dei racconti che mi ha strappato una lacrime. Oltrettutto sono orgogliosa che sia di un altro veneto, che no, mica c’è solo polenta e nebbia quaggiù 😉
In alto le grappe! XD
Ma davvero tu sei una che si commuove?? Naaaaaa!!! Il capitano non si commuove mai!
Comunque, sì, voi veneti siete forti (ma non come noi piemontesi!). 😉
Mica sono il capitano della Findus, io! Ahimè, o per fortuna, mi commuovo eccome. Domenica scorsa, ho pianto sulle pagine di un libro, quando un padre, stalliere, deve lasciare suo figlio, illegittimo con un’importante Lady, morta di parto, per sempre e senza dirglielo. Ieri ho rimesso in auto il cd della colonna sonora di Outlander, prime tre note e già sono col nodo in gola e gli occhi che bruciano. Settimana scorsa, ennesimo repeat di Twilight, parte la sigla finale col “forever” tratto dalle pagine e la splendida “A thousand years” e giù.
Cosa vuoi, anche i Leoni hanno le loro debolezze 🙂
A Paolo ho fatto i complimenti di persona, via mail, perché tra i tanti racconti letti nell’antologia è quello che a me, e non solo a me, ha smosso più emozioni. Lo ridico di nuovo: bravissimo.
E bellissima iniziativa Silvia, un calendario dell’avvento davvero interessante.
Grazie ancora anche a te Nadia 😀
(Cioè, mi viziate, troppo buone!)
Grazie, Nadia. Anche tu eri all’oscuro di tutto, vero? 😉
Io? Boh forse…
E poi ho visto tornandoci che scende la neve… che bello… mi viene la lacrimuccia. Silvia ti adoro.
Visto che forte? Trovata per caso la funzione che la attiva. La mia solita fortuna sfacciata! 😀 😀 😀
Non è che si potrebbe chiedere una scorta della tua fortuna? La voglio anche io, anche io (faccio come mio figlio).
😀 😀 😀
Eh, ma la neve su sfondo bianco col cavolo che la vedo!! Fortuna che sono andata in cerca e l’ho vista nell’immagine sopra 😀
C’hai pure ragione, l’ho pensato anch’io. Volevo modificare il css ma mi è venuto il panico di incasinare tutto il blog proprio in questo periodo.
Facciamo finta che nevichi su un paesaggio già innevato! 😉
Anche a me era già piaciuto molto il pezzo di Paolo.
Seguirò con grande attesa il calendario dell’avvento di Silvia, bellissima idea.
Grazie Sandra, confesso che “Carlotta” è uno dei miei preferiti 🙂
Grazie davvero, mi fa molto piacere.
Grazie, Sandra.
Eh sì, devo dire che ho avuto la fortuna di collaborare con ottimi scrittori… Ne sai qualcosa? 😉
Io? No, no, nulla!
Molto bello e bella anche la neve sul blog *-* buon inizio dicembre Silvia e buon inizio a tutti i lettori del tuo blog
Molto bello, Paolo. Io lo avevo già letto in “Buck e il terremoto” che ho acquistato e lo avevo già apprezzato insieme ad altri.