
– Calendario dell’Avvento 2016 –
Anniversario
di Laura Frassetto
La mattina del 13/11 siamo scesi dal nostro appartamento vicino al Beaubourg con la voglia di un pain au chocolat e di un buon cappuccino da un litro e mezzo di Starbucks. Piovigginava, il cielo era grigio, mia figlia temeva che mi dimenticassi di comprarle la moneta di cioccolata con la sirena impressa per la fretta di ordinare il mio cappuccino.
Io pensavo solo a fare colazione in fretta per mettermi in coda al centre Pompidou: in questo periodo c’è una mostra su Magritte.
La domenica mattina Parigi è sempre silenziosa, soprattutto sulla rive droite dove abbiamo alloggiato questa volta (un anno rive droite, un anno rive gauche: decide sempre air b&b, ma c’è del metodo nei suoi imperscrutabili piani).
Le insistenze di mia figlia (monetadicioccolatodistarbucks) risuonavano nell’aria umida.
Anche le cose stavano in silenzio. Tutti i cartelloni pubblicitari della città erano stati rimossi. Al loro posto dei grandi manifesti blu recavano scritto “Fluctuat nec mergitur”.
L’anno scorso siamo andati a Parigi subito dopo gli attentati. In metropolitana ogni tanto trattenevo il respiro. Stringevo sempre la mano di mia figlia.
L’anno scorso a Parigi c’era più silenzio anche in metropolitana.
Quest’anno c’era solo il consueto silenzio denso della domenica mattina. Pregiato silenzio parigino.
Sbattuta dalle onde, ma non affonda. Un silenzio contemplativo, libero dall’odio.
Ho comprato la moneta. Ho bevuto il cappuccino. Ho osservato i francesi in attesa con me fino all’apertura delle porte del palazzo di Renzo Piano (dall’anno scorso, la coda si fa all’esterno. Si passa attraverso un metal detector). Una coda composta.
Il mattino successivo abbiamo preso un’altra moneta di cioccolato e siamo andate a Disneyland. Le pubblicità erano tornate al loro posto.
Io ho visto dal vivo il mio primo kalashnikov a diciannove anni, in Kenya. Mia figlia invece è abituata a vedere gli eserciti pattugliare le vie delle città. Siamo state bambine in epoche diverse e non abbiamo frequentato gli stessi luoghi.
Pochi giorni dopo in macchina appare un vecchio CD. I bambini sono di sinistra perché hanno orrore dell’orrore.
Il monologo di Claudio Bisio. Non l’avevo mai ascoltato da madre. Tengo strette quelle piccole dita nei loro guanti azzurri.
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Molto bello, un punto di vista diverso. Brava Laura.
La donna giramondo non poteva che ambientare il suo racconto in una Parigi ed usare la sua lingua capace per descrivere come il mondo cambi senza cambiare troppo. Brava Laura, ma già lo sai.