– calendario dell’avvento –
Basta così poco per far felici gli altri
Gli appunti di Matilde
“Signorina, mi potrebbe passare un tovagliolo? Il signor Carlo si è sporcato di nuovo”. Disse Amanda.
“Eccolo!”. Sbuffai per l’ennesima volta.
Erano quindici giorni che servivo i pasti alla mensa dei senzatetto.
Tutto per colpa di quella spiona di Lucia.
Che sarà mai aver scritto sui muri dell’aula magna?
Il rettore se l’è presa così tanto per aver letto delle cose su di lui, non così affettuose,che si è riciclato il metodo educativo americano; quello del lavoro socialmente utile.
Ore stabilite da dedicare al sociale, in base a ciò che si è fatto di sbagliato.
“Vi servirà”. Disse il rettore.
“Lo detesto”. Pensai.
Soprattutto perché mi rovinerà i giorni prima di Natale.
I miei amici avevano organizzato una gita in montagna a fare snowboard.
I miei, poi, coalizzati col rettore, convinti che mi farà bene aiutare gli altri.
Intanto loro erano alla cena della vigilia da zia Assunta.
“Mi dà un’altra porzione?”. Chiese Piero.
Quanto chiedono, uffa!
“Un attimo, non lo vede che sono al telefono?”. Brontolai.
“Mi scusi!”. Esclamò.
Nemmeno si può leggere un messaggio in pace.
“Buon Natale, Amy! Ci manchi! “. Vidi sul telefonino.
Mi veniva da piangere. Loro a divertirsi ed io qui a servire piatti ai senzatetto.
“Perché piange signorina? È Natale, non si può essere tristi”. Disse una voce soave.
Alzai lo sguardo.
“Grazie per averci aiutato; è l’unica persona che ho visto servire la vigilia di Natale al di fuori del nostro staff. Di solito, tutti si dileguano per le feste. Affermò.
“Di nulla”. Risposi stupita.
Sentii una sensazione di pienezza. Cos’era? Gioia! L’ emozione di sentirsi importanti per qualcuno, rendendoli felici con poco.
Non mi ero mai sentita meglio. Il più bel Natale mai trascorso.
Basta poco per aiutare gli altri, un piccolo gesto può fare miracoli.
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Gli appunti di Matilde
Goffa e timida da bambina come poche, tranne quando avevo in mano una penna.
Il foglio bianco non è mai stato vuoto perché io ci vedevo già qualcosa da riempire.
Dalle poesie più ardite, passando per gli scarabocchi e finendo con i racconti.
Non importava il luogo o il momento, gli appunti erano, e sono fatti, per essere annotati nel momento che passa l’ispirazione.
Parlare era difficile, scrivere era semplice.
Non sono brava a descrivermi, tralascerei i dettagli.
Posso solo dire che Matilde è il mio secondo nome.
11 Comments
A volte si fa del bene senza volerlo.
Con poco, si può fare molto.
La semplicità è uno dei valori a cui tengo di più.
Hai ragione, Tiziana, con poco si può davvero fare molto, a volte anche senza accorgersene.
Che bella la conclusione nella gioia di un semplice sentirsi utile.
Sentirsi utili è una sensazione bellissima. Una delle poche che dà un senso alla vita. 😉
questa è proprio la gioia del Natale, quello che io chiamo un sorriso gratis (citando una canzone di Gino Paoli)
Sì, Giulia, mi piace molto questa tua citazione. Un sorriso può cambiare in un attimo la vita di una persona. 🙂
Sì, piccoli , ma significativi gesti che cambiano la prospettiva delle cose.
Buon Natale! 🙂
La gioia dei piccoli gesti! 🙂
Come ritrovare la vera gioia del natale. 🙂
Proprio così, Isabella. Per me Natale è proprio questo.
Poiché l’autrice del racconto ha scelto di rimanere anonima, ho pensato di rispondere al suo posto ai commenti, anche se ovviamente non è la stessa cosa.
Ne approfitto per ringraziarla per averci donato questo racconto e ringrazio voi, come sempre, della partecipazione.