La SEO è per i blogger uno degli argomenti più dibattuti, tra chi sostiene che senza il SEO non si vada più da nessuna parte e chi invece lo rifiuta a priori.
Personalmente ho cominciato ad occuparmene circa un anno e mezzo fa, prima a mala pena ne conoscevo l’esistenza.
Quando però ho cominciato a scrivere testi per i siti web (più che altro copy e storytelling) mi sono trovata a dover affrontare la problematica del posizionamento sui motori di ricerca dei siti dei miei clienti e, volente o nolente, ho iniziato a leggere e studiare.
Pur essendo molto lontana dal considerarmi un’esperta di SEO (quando qualcuno vi dice di esserlo, chiedetegli subito l’indirizzo di qualche sito che ha curato e controllate com’è posizionato), ho iniziato a farmi un’idea abbastanza precisa di come funziona, ovvero che – eccetto per alcune regole basilari e molto terra terra – sia una scienza poco esatta.
Ma sei pazza? Allora gli esperti di SEO parlano di aria fritta?
Sì e no. Se si parla di regole che è bene tenere a mente quando si scrive un post, ritengo che certamente sia utile, ma se diventa una schiavitù o, peggio, l’unico obiettivo dello scrivere, allora si fa un buco nell’acqua.
Lo dice bene Daniele Fortis nelle conclusioni al capitolo sulla SEO nel suo interessantissimo Scrivere per il web (Maggioli Editore 2013):
I suggerimenti sul collocamento strategico delle parole chiave vanno applicati con equilibrio. Un testo in cui alcune parole chiave siano ripetute ossessivamente, anche ammesso che riesca a scansare le penalizzazioni per sovraottimizzazione da parte dei motori di ricerca, risulterà comunque illeggibile e innaturale e allontanerà gli utenti. Non perdete di vista il vero obiettivo, che è comunicare efficacemente con gli esseri umani, non ingraziarsi un algoritmo.
Ma facciamo un passo indietro, ripassando che cos’è la SEO e a che cosa serve.
Che cos’è la SEO?
Ormai lo sappiamo tutti. È un acronimo (Search Engine Optimization) che fa riferimento alla tecnica attraverso la quale un sito viene ottimizzato sui motori di ricerca. Molto più banalmente, una tecnica che ha l’obietivo di renderlo visibile nelle prime pagine dei motori di ricerca quando si fa una determinata ricerca.
Esempio pratico per i non esperti: se ho un sito di un ristorante a Biella (faccio questo esempio perché mi è successo di lavorare su questo caso), desidero che quando un potenziale cliente digita su google “ristorante Biella”, appaia subito il mio sito. Poiché il web è saturo e ormai i siti di ristoranti sono numerosi, ho necessità che il mio sito sia ben ottimizzato affinché appaia subito, preferibilmente in prima pagina, se non addirittura tra i primi 4/5 risultati .
La SEO è la tecnica di scrittura dei testi (e altro ancora) che dovrebbe aiutarmi a ottenere una buona posizione.
L’importanza dell’ottimizzazione
Ma è così importante essere nelle prime pagine di google?
Anche qui ci viene in aiuto Daniele Fortis segnalandoci i seguenti fatti accertati tramite indagini sui comportamenti on-line:
- le ricerche su google sono l’attività più frequente sul web, seconda solo all’invio di mail;
- oltre 80% degli utenti accede per la prima volta ad un sito tramite un motore di ricerca;
- il sito che compare in prima posizione in seguito a una ricerca ottiene in media un numero di clic di circa 3/4 volte superiore rispetto al secondo;
- oltre il 90% degli utenti non a leggere oltre la prima pagina dei risultati.
Dunque, sì. È senza dubbio importante.
Tuttavia, quando un cliente mi chiede di preparare un testo per un sito, la prima domanda che gli rivolgo è quale sia la finalità di questo sito.
A che cosa serve un sito?
A mio giudizio non tutti i siti hanno la stessa finalità, quindi non tutti i siti devono seguire necessariamente le stesse strategie.
Per poter rispondere a questa domanda, è importante saper rispondere alle domande ad esso collegate:
- A chi è destinato il sito?
- Ha un target specifico?
- Che tipo di argomenti tratta?
- Ha finalità specifiche o generiche?
Voglio dire, non sempre l’essere tra i primi posti su google ha un’importanza così fondamentale. Un sito può essere una specie di vetrina con cui ci si presenta al mondo, ma non è detto che debba essere l’unico mezzo con cui ci si rende visibili. Tanto più che in certi settori è impossibile arrivare in prima pagina. (Tornando all’esempio del ristorante, magari a Biella me la cavo, a Roma o Milano diventa più arduo).
Per fare un paragone con i negozi reali, se vendo qualcosa di molto raro, non avrò necessità di essere in centro città perché i clienti, pur di trovare la mia merce, riusciranno a raggiungermi anche in capo al mondo. La visibilità è direttamente connessa all’argomento e alla qualità dell’argomento che tratto. Essere unico mi favorisce rispetto all’essere comune.
Allo stesso modo, se voglio tinteggiare casa mia, è più probabile che io prima di affidarmi a internet chieda al mio vicino di casa, che ha fatto imbiancare casa sua l’anno scorso, come si è trovato con il suo imbianchino.
Cioè il semplice passa parola sembra ancora più affidabile che il web. Ma non solo per quanto riguarda l’imbianchino. Allo stesso modo, se devo farmi fare un sito web è più probabile che mi affidi a qualcuno che conosco piuttosto che andare a scatola chiusa.
Ma anche se devo seguire un blog, di qualsiasi argomento tratti, è più facile che io acceda ad esso tramite il rapporto che ha con altri blog (ovvero “per conoscenza”) piuttosto che da una semplice ricerca su google.
Quello che poi mi porterà alla fidelizzazione non sarà nient’altro che il contenuto, che dovrà essere necessariamente di qualità. Altrimenti, qualsiasi sia il modo attraverso il quale il mio lettore mi ha raggiunta, ben presto mi abbandonerà.
In ogni caso, tutto questo non vuole nemmeno dire che non ci si debba per nulla interessare del SEO e che non si possano seguire alcune piccole semplici tecniche che possono aiutare a posizionarsi meglio sui motori di ricerca.
Aspetti tecnici di un sito per favorire il posizionamento
Ormai pare verificato che Google non tenga solo conto delle famose keywords e via discorrendo, ma che ci siano anche aspetti tecnici che favoriscono il posizionamento di un sito. Sono piccoli accorgimenti, ma sono utili per evitare di essere penalizzati:
La velocità di un sito
Se un sito si carica molto lentamente, Google molto probabilmente vi penalizzerà. Oggi che si usano nella stragrande maggioranza dei casi CMS per fare blog (per intenderci WordPress), è opportuno scegliere un template non troppo complesso, tanto più che un blog di scrittura più è lineare e semplice, più è fruibile.
La responsività di un sito
Anche sotto questo profilo è importante scegliere il template giusto. La maggior parte sono responsive, cioè si adattano non solo al pc ma anche a tablet o smartphone, quindi ci sono ampie possibilità di azzeccare la scelta. Google tiene conto anche di questo.
Il tasso di rimbalzo
Sebbene possa essere considerato un aspetto tecnico, qui sfioriamo anche il campo dei contenuti. Il tasso di rimbalzo è in parole povere il numero di utenti che “scappano” da un sito dopo aver visionato solo una pagina. Più i contenuti sono buoni, più il sito è interessante, più sarete letti, più Google vi premierà.
La quantità di visite
Questo è un po’ il cane che si morde la coda. In che senso? E’ chiaro che il SEO serve per avere più visite, ma se Google premia chi ha più visite, finché non siete visitati come fate a farvi vedere? Bel dilemma. Sembra un non-sense, ma non lo è. Google premia chi ha più visite semplicemente perché ritiene che abbia contenuti migliori. Potete anche avere una buona posizione, ma se avete contenuti scadenti dopo la prima lettura, nessuno vi leggerà più e sarete penalizzati.
Il contenuto, ovvero la chiave della SEO
Dopo tanto disquisire, mi pare che sì torni sempre lì. Ovvero al contenuto. Avere un contenuto corretto, semplice, ben scritto e originale vi porterà comunque ad essere seguiti e innesterà una serie di conseguenze positive che Google noterà e che aiuteranno a posizionarvi meglio.
Scrivere un buon contenuto vuol dire anche sapere dosare le possibili keywords e non metterle a casaccio. Tenete conto che Google penalizza chi utilizza keywords, title e description a sproposito.
Cioè tutto deve essere ben concertato, e non vale solo per il SEO, ma anche per poter creare un buon sito. Quando cioè scrivete un titolo, che sia del post o di un paragrafo, chiedetevi se poi il contenuto corrisponde al vostro intento. Spesso mi capita di cambiare i titoli proprio dopo aver terminato un post, scrivendo accade di finire in una direzione diversa da quella che si immaginava all’inizio.
Strumenti per la SEO
In ogni caso le tecniche SEO non sono una scienza esatta e può succedere che pur avendo lavorato bene in queste direzioni il vostro sito sia invisibile o imposizionabile.
È chiaro che in primo luogo dipende da qual è il vostro argomento principale e a quale nicchia si rivolge, perché con un web ormai saturo di blog, per quanto riguarda certi temi è francamente impossibile posizionarsi bene.
Tuttavia, se vi occupate di un settore meno inflazionato e soprattutto con un taglio più specifico (il mio ristorante a Biella, per esempio), è ragionevole che vogliate capire dove si trovate sul rank.
Se fate una semplice ricerca su Google, probabilmente vi troverete ben posizionati, ma è solo un’illusione. I browser tengono memoria delle vostre ricerche attraverso i cookie ed è normale che vi facciano vedere nelle prime pagine.
Per avere il quadro preciso potete utilizzare uno strumento oggettivo offerto gratuitamente da SeoUtility.com, che vi indica la vera posizione. E’ una semplice utility online attraverso la quale vi consiglio di ripetere la ricerca con differenti parole chiave e confrontare i vari risultati.
Inoltre potete utilizzare WebsiteGrader, uno strumento che analizza in modo completo il vostro sito sotto vari profili, dal SEO ad aspetti più tecnici, e vi segnala dove c’è qualcosa che non va.
SEO di Yoast o no? Questo il dilemma
Chi utilizza WordPress sa che c’è un plugin piuttosto semplice e intuitivo atto a migliorare il posizionamento su Google del proprio sito.
Attraverso un semaforo segnala se sono stati compilati in modo corretto i campi proposti e suggerisce che cosa fare per migliorarli al fine del SEO.
Ci sono blogger che impazziscono, sostenendo che non riescono mai ad avere semaforo verde, altri che ritengono piuttosto semplice ottenere il go, altri ancora che semplicemente se ne infischiano.
E’ così importante ottenere l’ok dal sig. Yoast?
Tutto aiuta, questo è vero. E’ pur vero che con un po’ di esercizio e con l’abitudine a compilare i campi proposti in modo corretto non ci sono grossi problemi ad ottenere il verde, ma non sempre è possibile.
Tuttavia, pur ritenendo che possa essere una valida guida più per capire che cos’è il SEO che per un reale risultato, penso che si debba fare attenzione a due cose:
- Se anche ho il semaforo verde ma i miei contenuti non sono abbastanza attinenti con la parola chiave o i titoli, non serve a nulla che io l’abbia inserita pedestremente;
- Non posso stravolgere il mio post solo per esigenze di semaforo verde, non avrebbe senso e sarei penalizzata comunque per il contenuto poco apprezzabile.
Alla fine credo di essere giunta ad una conclusione: se avete creato un buon blog, che ci facciate caso o meno, avete creato una buona SEO.
11 Comments
Come dicevo in altra sede, se non si sgranocchia durante la stesura dell’articolo allora non è necessario. 😛
Pensa quanto sono condizionata dalla pubblicità pur non guardando la televisione. Mi hai fatto venire in mente una pubblicità delle Fonzies di tanti anni fa.. Quasi quasi mollo tutto e corro in città a comprarle.. 😀
Bel post, complimenti. Posso dirlo con una ragionevole sicurezza visto che mi occupo di web da oltre dieci anni: credo non potranno mai esistere “guru” in materia ma ne so abbastanza per poter dire che il “SEO non è una scienza esatta” nel senso che le certezze che si raggiungono oggi potrebbero non essere più tali tra sei mesi per il semplice fatto che Internet è un universo in continua evoluzione. Quindi le regole auree del SEO di oggi potrebbero lasciare posto ad altre leggi in un futuro più o meno immediato. Io personalmente, nei miei siti e blog amatoriali, non pongo una attenzione ossessiva al SEO. Seguo le regole base ma non me ne faccio una malattia… 🙂
Rispondo alla domanda che fa da titolo al post: secondo me non ha molto senso il SEO in un blog di scrittura creativa perché, in qualsiasi arte, quando si vuole essere creativi bisogna forse un po’ uscire dagli schemi e infrangere le regole … 🙂
Benvenuto sul mio blog e grazie per i complimenti. Apprezzo la tua osservazione: internet è un mondo in costante evoluzione, come potrebbe non esserlo il SEO? Credo che la chiave stia tutta lì, nel capire che il SEO è solo uno strumento che di volta in volta può cambiare e non il fine ultimo a cui dobbiamo mirare. Bella, inoltre, l’immagine del blogger creativo che infrange le regole. 🙂
Del resto, a costo di ripetermi, sono convintissima che per qualsiasi blogger il bersaglio da colpire deve sempre essere il contenuto, scegliere quali armi usare, poi, sarà a sua discrezione. 😉
Non sono d’accordo sul tasso di rimbalzo: le mie visite aumentano, il blog è ben posizionato, ma il tasso supera ora l’83%. Non ha fatto altro che aumentare.
Questo semaforo verde che sarebbe? :/
Secondo me il tasso di rimbalzo non va preso in assoluto per una serie di motivi, anche se è comunque un indice di cui tenere conto. Il tuo è un blog non ben posizionato, ma posizionato benissimo. Se non sbaglio sei in prima pagina con diverse chiavi di ricerca relative alla scrittura creativa, al blogging etc etc. Quindi è normale che sul tuo sito giunga molta gente nuova, ma non è detto che tutta sia così tanto interessata a quello che offre il tuo sito. Non perché il tuo non sia un sito di valore, non fraintendermi, ma perché è molto facile trovarlo anche quando stai cercando altro. Per cui può essere che nuovi utenti leggano un post e poi se ne vadano. Inoltre tu tratti tanti argomenti, quindi ci può essere chi legge un solo post perché interessato, in quel momento, solo a quello specifico argomento o perché sta facendo una ricerca immediata e non ha tempo da dedicare ad altro. Inoltre hai anche un alto tasso di fidelizzazione. Per esempio, io che ti leggo tutti i giorni, raramente vado a leggere altri post, se non mi cade l’occhio per qualche motivo. Quindi tu sei un caso un po’ particolare proprio perché sei già ben posizionato e google per il tuo blog terrà conto più di altri fattori che di questo. E in ogni caso 83% di frequenza di rimbalzo non è così male. Perché su 100 visite, 17 persone leggono più di una pagina ad ogni accesso.
Ma chi ha un sito appena nato o poco frequentato, se ha una frequenza del 95-96% vuol dire che non riesce a far incuriosire il proprio pubblico, che quasi sempre, letto un post, se ne va. E questo google lo nota. Almeno secondo gli “esperti”.
Il semaforo è il simboletto di seo yoast nella versione nuova del plugin e corrisponde ai pallini verde, rosso, giallo. 🙂
Diciamo che serve se vuoi avere più visite da motori di ricerca. Restando all’esempio del ristorante, ad esempio, forse è più utile avere più recensioni su tripadvisor che essere primi su google. L’uso di internet si sta spostando, temo che quell’80% di cui parla Daniele Fortis non sia più così realistico, le cose stnno cambiando molto velocemente.
Per un sito che tratta scrittura creativa, ad esempio, credo che il grosso delle visite arrivino da utenti abituali ed una buona percentuale da referal. Immagino che tu tenga d’occhio anche i risultati di analytics, cosa dicono in proposito?
Benvenuto Grilloz, sul mio blog e grazie per il commento. Condivido il tuo punto di vista. Come dicevamo con Darius nei commenti precedenti, il web è in rapidissima evoluzione e quello che è valido oggi, domani non lo è più. Proprio per questo non ci si deve “sedere sugli allori” o credere di avere tutte le risposte. Il testo che ho citato di Daniele Fortis è del 2013, per cui è probabile che le statistiche non siano più del tutto corrette, anche se indicano un trend in parte ancora valido o su cui ragionare.
Sull’esempio del ristorante, certamente oggi è uno strumento più valido tripadvisor, ma vale di più nei posti di passaggio o di turismo, dove puoi avere un campione numericamente apprezzabile. Qui in provincia si usano ancora poco questi strumenti e su poche visite l’unica critica negativa (che potrebbe sempre arrivare) percentualmente conta tantissimo e salta subito all’occhio. Con questo non voglio dire che non si debba usare, però con la consapevolezza dei limiti che può avere. Per questo dico che bisogna avere presente la finalità del sito, il tipo di utenza etc etc e valutare di volta in volta dove si vuole arrivare.
I risultati di analytics possono essere interessanti e fornire uno strumento in più di analisi. Certamente hai ragione quando dici che in un blog di scrittura creativa la gran parte delle visite arriva da utenti abituali. Nel mio caso molti arrivano grazie ai commenti su altri blog o dai miei profili facebook o twitter. A meno che uno sia bravo come Daniele Imperi e abbia un sito come Pennablu.it, altrimenti in effetti è difficile ottenere la prima pagina. 🙂
Bella l’immagine del SEO-sea!
La domanda titolo del post continuo a farmela, ma anch’io sono giunta alla conclusione che il seo non deve governare completamente i testi. Se non è una scienza esatta, è probabile che non ha ragione lui. Ma io. 🙂
Per esempio, una poesia me la segnala con pallino arancio. L’ho fatta analizzare, e dovrei sconvolgerla per rispettare la seo. E mi sono giustamente rifiutata.
Grazie anche per i due link. Il primo mi ha detto di riprovare più tardi, il secondo proprio sulla parte seo, mi ha indicato di controllare title e sitemaps (che dovrebbero essere a posto…. Houston? Houston?!) Nei prossimi giorni farò un check.
Ciao Barbara. L’immagine l’ho scelta anche perché era un po’ come dire “hai di fronte il mare e ti fai il problema del SEO? Vorrai mica ottimizzare anche il mare?”. Sul SEO di Yoast ho in programma un post che uscirà tra una quindicina di giorni, se vuoi ti scrivo in privato per qualche suggerimento sul tuo caso specifico anche relativamente all’analisi che websitegrader fa del tuo sito. Per quanto riguarda seoutility non ti stupire se ti fa riprovare più volte, è molto utilizzato e spesso sovraccarico, ma non disperare, prima o poi funziona. 😉
[…] e di come sia importante non perdere di vista i contenuti. In seguito ad alcuni commenti a quel post, pubblicato qui quindici giorni fa, è sorto spontaneo parlare di SEO Yoast, ovvero il plugin di […]