Anche allora stavo partendo per il mare. Come oggi.
Da quando ci sono i bambini le nostre ferie sono a Ceriale: spiaggia, sole, mare. Non certo il mio ideale di vacanza, ma tant’è.
Ricordo che ci fermammo in autogrill per pranzo, come d’abitudine. La televisione era accesa su un telegiornale Sky. Intervistavano le persone. Il presidente Mattarella abbracciava la gente che chiedeva una casa, che aveva bisogno di certezze proprio quando erano appena state spazzate dal sisma.
Ricordo che mi imbambolai davanti alla televisione e confrontai le mie braccia piene di valigie con quelle nude e vuote dei terremotati. So che guardai i miei bambini e mi chiesi che cosa ne sarebbe stato di loro se fosse capitato a noi.
Per tutto il viaggio verso il mare mi rimase il groppo in gola.
Come si dice in questi casi, lo spettacolo deve continuare. Già, the show must go on. Eppure fare finta di niente, non pensarci su, scrollare le spalle ringraziando che non toccasse a noi mi sembravano gesti ipocriti, sebbene io da qui non potessi fare molto.
Qualcuno aveva organizzato di mandare generi alimentari, coperte, abiti. Ma la coordinazione tra le associazioni locali che si prodigavano per raccogliere gli aiuti era ancora troppo scarsa e presto arrivò l’alt. Non si può procedere, le strade sono interrotte, inutile mandare materiale che già lo Stato, tramite i canali ufficiali, tra distribuendo.
Per questo, almeno in quel momento, il mio aiuto si fermò ai classici sms: donare due euro e via!, tolto il dente, tolto il pensiero.
Per fortuna invece ci fu qualcuno che non si accontentò, come me, di lavare la coscienza con un click dal cellulare.
Da qui in poi la storia è quella che tutti sapete: di una persona che si fa capobranco e del branco che le si costruisce attorno.
Non ripeterò come un’arida cantilena quello che è stato fatto finora, non mi sembra giusto sfruttare il compleanno del nostro progetto e la commozione che ruota intorno al recente anniversario del sisma a fini commerciali, seppur si tratti di solidarietà.
Voglio solo ringraziare.
Voglio ringraziare Serena per aver avuto il coraggio e la costanza di credere nell’amore e aver fatto sì che il nostro slogan, l’amore non crolla, non fosse – appunto – un semplice slogan, ma una via, una direzione, direi quasi la nostra stella polare.
Voglio ringraziare il branco che, partito da poche unità, si esteso tanto da essere diventato più di una grande famiglia: almeno un ramo di un albero genealogico.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare a questo progetto con il loro impegno, le loro capacità, la loro professionalità. E sono stati così tanti che non è possibile citarli uno ad uno.
Voglio ringraziare i Comuni di Amatrice e di Accumuli che ci hanno concesso il patrocinio e tutti gli enti, associazioni e privati che ci hanno sostenuti e ospitati: Municipio VI del Comune di Milano, Melinda, Rockburger Milano, Circolo dei Lettori Torino, Coop Baggio Corsico Zoia, Radio Libri, Banca Malatestiana, Campidelli Print Service, Acli Arte e Spettacolo Rimini, Comune di Rimini e Equi.libri in Corvetto.
Voglio ringraziare tutti voi, lettori e amici di Buck. Perché senza di voi tutto questo non avrebbe senso di esistere.
Infine voglio ringraziare fin da ora quelli che non sono ancora parte del nostro progetto, ma che presto lo saranno. Quei professionisti che vorranno rispondere alla nostra chiamata e donare un pezzetto della loro professionalità a chi soffre. Quegli autori che invieranno i loro racconti per la terza raccolta e si regaleranno il regalo di Natale più bello: quello della speranza.
Adesso sì che posso dirlo: lo spettacolo deve continuare.
6 Comments
Provo molta rabbia a vedere però quanto ancora c’è da fare e sentire come le popolazioni si sentano abbandonate dopo tante promesse.
Hai scritto un bel post di ringraziamento, Silvia, grazie e adesso dai buon mare, no?
Hai ragione. Quante promesse non mantenute e quanta gente che ancora non ha casa o lavoro. Proprio per questo, nel nostro piccolo, dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione.
Bel post Silvia, io stamattina cerco di scrivere un racconto per la causa prima del rientro al lavoro di domani.
Buon mare!
E grande Giulia! 🙂
Bravi noi che abbiamo messo più dei 2 euro, chi un racconto, chi la copertina, chi il tempo, la dedizione e la passione, per donare qualcosa di più a chi ha perso tutto. Mi ha fatto molta tristezza vedere che ad un anno dalla tragedia ne è capitata un’altra, a Ischia, con gli stessi danni. Si dovrebbe anche imparare da questi fatti ad avere più rispetto del territorio, proteggerlo e proteggersi, e invece…
Un’altra cosa che mi rattrista è che, al rientro dalle ferie, sono passata nelle stesse zone del terremoto, da un amico che ha un bellissimo vivaio. E lì come non sono arrivate le casette non sono arrivate nemmeno tante altre cose. Mi piacerebbe che dopo un anno la ricostruzione iniziasse a muoversi. Non si fermasse ai conti correnti delle solite istituzioni. 🙁
Sì, pensare a queste cose fa veramente venire la pelle d’oca. Potrebbe capitare a me e alla mia famiglia in qualsiasi momento: non dovremmo dimenticarlo mai e agire di conseguenza.