Save the date: 16 giugno 2017

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Sono un po’ emozionata mentre scrivo questo post perché finalmente ho una data da comunicarvi.

Se non ci saranno imprevisti dell’ultim’ora, tra qualche giorno il mio primo romanzo Come se fossimo già madri vedrà la luce.

STORIA DI UN PARTO LUNGHISSIMO

Scrissi la prima pagina del mio romanzo la notte del 3 novembre 2006.

Me lo ricordo benissimo. Ero in ospedale, Leonardo era nato da poco più di un giorno.

Era notte e io camminavo nel corridoio vuoto del reparto maternità. Fuori era autunno, ma io, nel calore esagerato dell’ospedale, non riuscivo a percepirlo. Fino ad allora era stata una stagione strana, particolarmente calda. Ricordo che il giorno del ricovero ero uscita di casa con una felpa leggera nonostante fosse il giorno dei morti.

Poi era stato tutto lento e veloce, tanto che avevo perso la nozione del tempo.

Mi sembrava di essere lontana da casa da mesi in una bolla in cui non era più estate ma nemmeno ancora autunno.

C’erano luci artificiali, silenzi lunghi e strepiti improvvisi. Pianti di bambini e gemiti di partorienti.

Niente era come mi sarei immaginata. Un microcosmo fuori dalla vita stessa.

Pensai che fosse una situazione affascinante e decisi che, sì, valeva la pena di scriverci una storia. Non sapevo se l’avrei proseguita, se mi sarei stufata o se la nuova missione di madre me ne avrebbe lasciato il tempo, ma non ci pensai troppo e iniziai a scrivere, per il momento solo nella mia mente, a registrare le sensazioni, a immaginare le vicende che si nascondevano dietro alle persone che incontrai nella mia degenza.

Niente di ciò che poi ho scritto ha qualcosa a che fare con fatti reali, ma l’atmosfera era quella e fu bellissimo portarla con me nel mio romanzo.

Le ultime pagine le scrissi, invece, parecchi anni dopo mentre allattavo Francesco, il mio secondogenito, nato nel 2010.

Nel frattempo ero notevolmente cambiata. Avevo conosciuto le difficoltà della maternità e soprattutto mi ero confrontata con l’idea che non c’è un unico modo di diventare genitori e, soprattutto, che non ce n’è uno più giusto degli altri. Avevo conosciuto tante madri, ognuna con le sue ricette e con le sue convinzioni, con ansie e piccole certezze, ma i miei dubbi non si erano mai dissolti.

Le seguenti riscritture del mio romanzo seguirono il mio stesso percorso di crescita.

Nel 2014 mi imbattei per la prima volta in Bookabook.it, il neonato portale di crowdfunding per l’editoria. Allora le selezioni erano chiuse e dovetti aspettare il febbraio del 2015 per potermi candidare.

Che cosa successe dopo l’ho già raccontato tante volte, non vi voglio tediare con l’ennesima ripetizione. Fatto sta che dopo la mia fortunata campagna, dopo altre riscritture e un lungo editing, dopo il lavoro di grafica per la nuova copertina e per tutto quello che concerne la pubblicazione, ora, a dieci anni e mezzo di distanza da quando per la prima vola immaginai il mio romanzo, verrà pubblicato.

E anche questo è stato un parto lunghissimo. Un viaggio a volte faticoso, ma bello come tutto ciò in cui si crede, per cui si combatte, e che si ama profondamente.

COME SE FOSSIMO GIÀ MADRI

Ho scelto un titolo strano, forse troppo lungo secondo le regole editoriali.

Eppure quando scrissi queste righe, che compaiono in un capitolo del romanzo, capii che non avrei potuto intitolarlo diversamente.

Mi piaceva l’idea che già il titolo innescasse un dubbio nel lettore.

Ma come, se si parla di maternità, le protagoniste saranno delle madri, no? Sì, certo, tecnicamente sì. Ma essere madri, a mio parere, è un mestiere che si impara un po’ per volta e che non si smette mai di imparare.

Come dicevo sopra, non esistono ricette precostituite, né regole a cui affidarsi.

Mi piace pensare che l’essere genitori sia un lento passaggio dalla condizione di figli a quella di madri e padri.

Le madri del mio romanzo sono tutte diverse. Hanno storie diverse, passati diversi, sogni e ambizioni diverse. Eppure quando si ritrovano nella stessa stanza d’ospedale per partorire diventano confidenti e si raccontano i segreti più nascosti, quelli che mai hanno osato svelare alle persone con cui condividono la vita.

Anche le loro certezze apparenti si sgretolano e rimane un unico grande mistero: quando davvero ci si può chiamare madri?

UN SOGNO CHE NON HO MAI SMESSO DI SOGNARE

Chi mi conosce bene sa che sono una persona piuttosto schiva. Di sicuro non cerco la notorietà e il mio concetto di successo non è quello che si intende comunemente.

Per quanto riguarda questo romanzo, ciò che mi ha dato più soddisfazione è stato scriverlo.

E se un romanzo è un po’ come un figlio, ora che sta per nascere, come dicevo prima, ne sono emozionata.

Lo amerò comunque, indipendentemente da come sarà  dopo il parto, perché è una parte di me.

E come ogni madre, sarò felice quando qualcuno lo apprezzerà e soffrirò in silenzio quando quacun’altro lo criticherà.

SAVE THE DATE: 16 GIUGNO 2017

Come un cesareo organizzato in anticipo, Come se fossimo già madri sarà pubblicato il 16 di questo mese.

Se vi va, segnatevi la data, che poi festeggiamo tutti assieme.

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By Silvia

Silvia Algerino Copywriter

Dissennatamente amante della vita, scrivo per non piangere, rido perché non posso farne a meno.

Vivo con un marito, due figli e un gatto in una casa ai confini del mondo.

Mi occupo di scrittura: copywriting, SEO, naming e comunicazione aziendale. Non sempre nello stesso ordine.

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